Nell'introduzione al suo libro "Il mondo dopo Gaza" Pankaj Mishra cita il poeta polacco Czeslaw Milosz: "Se siamo capaci di provare compassione e allo stesso tempo ci ritroviamo impotenti sprofondiamo in uno stato di disperata esasperazione". Poi continua: "L'annientamento di Gaza da parte di Israele, supportato dalle democrazie occidentali, ha inflitto per mesi questa tortura psicologica a milioni di persone, testimoni involontari di un atto di malvagità politica che di tanto in tanto si sono concessi di pensare che fosse bello essere vivi, per poi sentire le urla di una madre che guardava la figlia morire bruciata nell'ennesima scuola bombardata da Israele"
Sono fra lə admin ma queste sono due parole a titolo personale. Le notizie dei crimini israeliani a Gaza e in Cisgiordania che ho letto negli ultimi anni (anni!) e le foto che cerco di non guardare ma che a volte appaiono sugli schermi mi hanno fatto pensare cose terribili sugli israeliani, sul modo in cui dovrebbero un giorno pagare per quello che sta accadendo. Pensieri di cui mi vergogno ma che non posso negare, e che nascono soprattutto dalla sensazione di impotenza. Sono convinto che possiamo fare meglio di così, meglio di sfogarci invocando vendette o punizioni collettive, ma che non sia una questione di corrette opinioni ma di capacità di azione: organizziamoci per quel che possiamo per sostenere le palestinesi e restare umani sarà più semplice. Tanto quello che scriviamo qua sopra non cambia nulla
Reazione standard a qualsiasi richiesta al lavoro da un mese a questa parte e fino a ottobre: "ma che cazzo ci fa questo ancora qua a romperci i coglioni ma porco dio coi soldi che hai vattene al mare"
#Professionalità #LocomotivaItalia
È molto bella questa lezione di Sergio Bologna sulla storia degli anni '60 e '70. È bella e utile perché parte dalla constatazione che quella che in genere leggiamo è una storia delle élite: lo Stato, i partiti, i gruppi extraparlamentari, la lotta armata...Lui invece sostiene che il tema principale da indagare sia quella onda profonda e potente che chiama "emancipazione operaia", un processo che cambia la vita a milioni di persone e che non riguarda semplicemente le organizzazioni ma tutto il soggetto: "Cosa avete ottenuto con quello sciopero? Di andare a pisciare senza chiedere"