📝 I #referendum e il tempo dei ponti bruciati
👁 Alcuni appunti di contributo al dibattito del dopo-referendum, dentro e fuori il movimento. Per leggere tutto:
I referendum e il tempo dei ponti bruciati – Off Topic
💬 [Quella che stiamo vivendo deve diventare l’epoca dell’ostinazione. E’ proprio quando la reazione si impone in una qualunque delle sue possibili forme (e i nostri sono sicuramente tempi reazionari) che vanno bruciati i ponti e rifiutati tutti i compromessi. Ora, può apparire controintuitivo o “settario”, ma non è regalando consenso e potenziale rabbia e odio sociale a quella parte di classe dirigente, e relativa opinione pubblica, che si trova ora all’opposizione parlamentare che si potrà trasformare la sconfitta in vittoria e conquistare spazi di parola completamente nuovi. La storia dei fascismi e dell’eversione autoritaria delle classi dirigenti crediamo ci dica proprio questo: il vecchio, che ha preparato il terreno al mostro della paranoia e della morbosità poliziesca e suprematista, deve morire con esso; accettare il trasformismo velato di progressismo dei governanti di ieri significa condannarsi alla irrilevanza e abdicare a ogni reale potenzialità di trasformazione e rottura. I quasi 12 milioni di voti abolizionisti (scesi a 9 per quanto riguarda il quinto quesito per dimezzare i tempi di richiesta della cittadinanza) ai referendum dell’8-9 giugno rivelano un potenziale blocco sociale e politico (di cui molt* di noi in quanto precar*, sfruttat*, migranti o “Seconde generazioni” fanno già parte), impossibilitato a esprimersi a livello istituzionale e sul piano della rappresentanza politica e sindacale.]